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Termini e condizioniSecondo le prime ricostruzioni, uno dei fattori principali che hanno favorito lo sviluppo degli incendi è stato l’improvviso aumento delle temperature nella regione di Gerusalemme, accompagnato da venti caldi e secchi che hanno rapidamente alimentato le fiamme. Le condizioni meteorologiche estreme hanno reso particolarmente difficile il lavoro dei vigili del fuoco, impegnati con oltre 160 squadre di terra e numerosi velivoli antincendio, e supportati anche da aiuti internazionali inviati da Italia, Grecia e altri Paesi europei.
Il sospetto di incendi dolosi e l’incitamento di Hamas
Parallelamente agli eventi naturali, si sono moltiplicati i sospetti di incendi dolosi. Le autorità israeliane non escludono la matrice terroristica: nei giorni in cui sono scoppiati i roghi, infatti, Hamas ha diffuso pubblicamente, tramite il proprio canale Telegram, appelli espliciti a “bruciare tutto ciò che si può: boschi, foreste e case dei coloni”, rivolti ai palestinesi della Cisgiordania, di Gerusalemme e anche a quelli residenti in Israele.
Questi messaggi sono stati rilanciati anche da altre reti di propaganda, alimentando così il timore che alcuni incendi possano essere stati appiccati intenzionalmente come atto di sabotaggio e vendetta nel contesto del conflitto in corso.
Le forze di sicurezza israeliane, tra cui lo Shin Bet, sono attivamente coinvolte nelle indagini e hanno già effettuato diversi arresti per sospetto incendio doloso, anche se il numero effettivo dei fermati è oggetto di versioni discordanti tra governo e polizia. In almeno un caso, un uomo sarebbe stato sorpreso mentre tentava di appiccare nuovi focolai.
Una situazione ancora in evoluzione
Nonostante il lavoro incessante delle squadre di soccorso, che hanno riportato sotto controllo i principali fronti di fuoco e permesso il rientro di molti evacuati nelle proprie abitazioni, il rischio non è del tutto rientrato. Le autorità mantengono alta la vigilanza, sia per il pericolo di nuovi incendi alimentati dal vento, sia per il timore di ulteriori atti dolosi.
In sintesi, i roghi che hanno devastato le colline di Gerusalemme e altre zone di Israele sono stati innescati da una combinazione di fattori naturali - temperature elevate e venti forti - e, con ogni probabilità, da azioni dolose incoraggiate da appelli di Hamas e di altri gruppi estremisti, nel quadro della tensione crescente tra Israele e Palestina. Le indagini sono ancora in corso e non si esclude nessuna pista, mentre il Paese resta in stato di allerta per prevenire ulteriori emergenze.