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Termini e condizioniIl Gigil (pronunciato ghee-gill), termine filippino di origine tagalog, è una delle nuove parole aggiunte da poco all'interno dell'Oxford English Dictionary (OED). Questo concetto, definito come un’emozione così intensa da provocare l’impulso di stringere, abbracciare o pizzicare qualcosa di irresistibilmente adorabile, è diventato virale per la sua capacità di descrivere una sensazione universale, in maniera estremamente semplice e intuitiva. Ecco i dettagli.
Cos’è il Gigil
Il termine Gigil si riferisce a una reazione fisiologica ed emotiva nota come “aggressività da tenerezza", che si sprigiona quando l’eccessiva adorabilità di un bambino, di un animale o di un oggetto scatena un misto di gioia e tensione. Si manifesta con gesti come stringere i pugni, digrignare i denti o un impulso a “spremere” l'animale o la persona in questione (senza l'intenzione di far male, ovviamente).
Psicologicamente, è un meccanismo del cervello per regolare emozioni positive soverchianti, classificato tra le espressioni dimorfiche – reazioni fisiche che contrastano con il sentimento interi ore, come le lacrime di gioia o il riso nervoso.
Origine e uso del Gigil
Il termine Gigil, entrato nell’uso filippino già negli anni ’90, è stato adottato nell’inglese filippino e ora riconosciuto anche a livello internazionale. Funziona sia come sostantivo («Ho provato un gigil vedendo il mio gatto») che come aggettivo («Quel bambino è così gigil!»). L’OED lo inserisce tra le 42 parole “intraducibili” aggiunte recentemente, insieme a termini come alamak (esclamazione di sorpresa in malese) e komorebi (termine giapponese che indica la luce che filtra tra le foglie).
Perché è così importante?
La recente decisione dell'OED riflette la dinamicità delle lingue, che si arricchiscono attraverso prestiti culturali. Come spiegato da Danica Salazar, direttrice esecutiva dell’OED, i parlanti bilingue colmano le lacune lessicali adottando termini da altre lingue, un fenomeno osservato anche con parole come banana (dall’Africa occidentale) o gumbo (dall’Africa). Il Gigil, in particolare, riempie un vuoto nel descrivere un’esperienza comune ma complessa, offrendo così uno strumento efficace per esprimere emozioni che sfuggono alle categorie tradizionali.
Reazioni e contesto culturale
Nonostante alcuni utenti del web filippini abbiano sottolineato che il Gigil può anche essere associato a rabbia o frustrazione (non solo tenerezza), l’OED ne ha adottato una definizione focalizzata sull’adorabilità. La notizia ha inoltre suscitato parecchio entusiasmo sui social media, con più di 1.000 ricerche su Google Trends nelle prime ore successive all’annuncio.
Insomma, il Gigil non è solo una parola, ma un ponte tra lingue culture. Un esempio di come i linguaggi si evolvano per catturare al meglio le sfumature dell’esperienza umana. E ora, quando un cucciolo vi farà venire voglia di abbracciarlo fino a soffocarlo, avrete un termine preciso per descrivere quel mix di tenerezza e tensione.