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Termini e condizioniQuando gli astronauti lasciano la Terra per esplorare lo spazio, entrano a contatto con un ambiente privo di gravità che influisce profondamente sul funzionamento del loro organismo. E sebbene lo spazio possa sembrare, per certi versi, una "vacanza" per il cuore – in assenza di gravità il ‘lavoro’ di pompaggio da svolgere è molto più leggero - il ritorno sulla Terra rappresenta spesso una sfida significativa per il corpo umano. Ecco i dettagli.
Il cuore e la gravità
In condizioni normali, il cuore deve pompare sangue contro la forza di gravità per raggiungere il cervello e le altre parti del corpo. Tuttavia, nello spazio aperto questa forza non esiste, e il cuore non deve compiere lo stesso sforzo per spingere il sangue verso l'alto. Secondo Gianfranco Parati, professore di cardiologia all’Università di Milano Bicocca, il normale funzionamento cardiaco entra infatti in una sorta di ‘riposo’ durante la permanenza nello spazio. E al ritorno sulla Terra ci vogliono ore, o persino giorni, prima che il sistema cardiovascolare si riadatti alle condizioni terrestri. Durante questo periodo, gli astronauti sono spesso costretti a rimanere distesi per evitare cali di pressione e possibili svenimenti.
La ridistribuzione dei fluidi
Un altro effetto dell'assenza di gravità è la ridistribuzione dei fluidi corporei. Nello spazio, il sangue tende a concentrarsi nella parte superiore del corpo, mentre nelle aree periferiche, come gli arti, si verifica una riduzione del flusso sanguigno. Questo fenomeno spinge i reni a produrre più urina, causando una perdita di liquidi e una diminuzione del volume sanguigno complessivo. Al rientro sulla Terra, gli astronauti hanno quindi bisogno di flebo di soluzione fisiologica e di abbondante idratazione, per ristabilire il volume del sangue e normalizzare la pressione arteriosa.
È quello che accadrà, ad esempio, ai due astronauti appena ‘salvati’ dalla navicella Endurance di Space X – erano rimasti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale per mesi, invece che giorni, a causa di problemi tecnici imprevisti. Una volta rimessi i piedi sulla Terra, i due cosmonauti affronteranno un periodo di riadattamento di diverse settimane prima di riuscire a riprendersi pienamente. Ma con il supporto di monitoraggi avanzati, e con cure specifiche, gli astronauti saranno in grado di superare con successo il periodo di adattamento al ritorno sul nostro pianeta. E i loro cuori torneranno a pompare normalmente, dopo una lunga ‘vacanza’ tra le stelle.