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Termini e condizioniLa “strategia del porcospino”: come Francia e alleati vogliono rendere l’Ucraina indigesta alla Russia
Mentre i negoziati tra Stati Uniti e Russia procedono in segreto, l’Europa sta costruendo un piano parallelo per garantire la sicurezza futura dell’Ucraina. La cosiddetta “strategia del porcospino”, promossa da Francia e Regno Unito, punta a trasformare Kiev in un avversario tecnologicamente avanzato e dissuasivo, capace di difendersi da eventuali nuove aggressioni. Un progetto ambizioso, legato a una coalizione di Paesi volenterosi che include l’Italia, ma con incertezze legate al ruolo degli Stati Uniti.
Il cuore della strategia: un esercito moderno e una difesa aerea
L’obiettivo è chiaro: evitare che l’Ucraina smantelli le sue forze armate dopo un eventuale accordo di pace. Con 900.000 soldati (di cui 400.000 con esperienza diretta di combattimento), Kiev è già la potenza militare più consistente in Europa. La proposta di Emmanuel Macron e Keir Starmer prevede quindi di rafforzare l’esercito ucraino con armamenti avanzati, sistemi di difesa aerea e addestramento continuo, ispirandosi al modello israeliano. Intanto Francia e Regno Unito hanno già annunciato nuovi pacchetti di aiuti: missili Mistral, carri Amx e munizioni, mentre Parigi spinge per lo sblocco dei missili tedeschi Taurus.
La “forza di rassicurazione”: truppe europee in Ucraina?
Parallelamente, si discute su una missione multinazionale da inviare a Kiev dopo un cessate il fuoco completo. Questa “forza di rassicurazione”, promossa dai “volenterosi”, avrebbe compiti di sorveglianza, consulenza e protezione di infrastrutture critiche come il porto di Odessa o l’aeroporto di Leopoli. Londra punta a 20.000 soldati, Parigi a qualche migliaio, con possibili contributi di Canada, Australia e Paesi baltici. Tuttavia, l’Italia frena, mentre gli Stati Uniti – tramite l’inviato Steve Witkoff – definiscono il piano “non realistico”.
Monitoraggio del cessate il fuoco: un nodo politico
Un altro fronte aperto è la missione di monitoraggio di un eventuale accordo. L’Osce, fallita a Minsk, è esclusa. Si valutano invece Nazioni Unite (con il rischio di veto russo) o un meccanismo ad hoc. Italia e Germania spingono per coinvolgere Cina, India e Brasile, ma la linea del fronte da controllare – oltre 1.400 chilometri – rende l’operazione complessa.
Il ruolo dell’Europa e la sfida post-Trump
La strategia del porcospino è anche un progetto politico: Macron e Starmer vogliono creare un pilastro europeo all'interno della Nato, capace di difendersi indipendentemente dagli Stati Uniti. L’idea è di sfruttare le strutture dell’Alleanza atlantica, come nel modello Berlin Plus (che permette all’UE di usare risorse Nato), con la Francia come nazione guida.
La missione potrebbe avere base in Romania, grazie al Cjef (Combined Joint Expeditionary Force), il coordinamento anglo-francese. Restano però nodi critici: la copertura aerea richiederebbe il sostegno di Washington, mentre la mobilitazione delle forze navali è ancora in discussione.
Un piano flessibile, ma esposto a incognite
La strategia del porcospino è dinamica, adattabile a scenari imprevisti, ma rischia di essere scombinata dalle trattative segrete tra Trump e Putin. Mentre i “volenterosi” lavorano a un piano dettagliato, l’incertezza sul ruolo degli USA – e sulle vere intenzioni di Mosca – lascia aperte molte domande. L’Europa, con Macron e Starmer, cerca di mantenere un ruolo attivo, evitando una frattura insanabile con Washington. Tuttavia, senza un impegno concreto degli Stati Uniti, il progetto rischia di restare un manifesto di intenti.
Mentre i dettagli operativi si definiscono, rimane quindi il dubbio: riuscirà l’Ue a trasformare l’Ucraina in un avversario indigesto per la Russia, o il protezionismo di Trump e le manovre di Putin renderanno il piano obsoleto prima ancora che sia iniziato?