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Termini e condizioniIl termine “terre rare” trae in inganno: questi elementi sono diffusi in tutto il mondo, ma si trovano quasi sempre in basse concentrazioni e mescolati ad altri minerali. Non esistono miniere di terre rare “pure”: per ottenerle, occorre separarle da altri materiali attraverso processi chimici complessi e costosi, spesso con un impatto ambientale pesantissimo. L’estrazione prevede l’uso di acidi e produce scorie tossiche e persino radioattive, rendendo quindi la filiera poco sostenibile e poco appetibile per molti Paesi occidentali.
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Il predominio cinese sulle terre rare
Proprio la difficoltà e la pericolosità dell’estrazione hanno permesso alla Cina di conquistare un vantaggio quasi inespugnabile. Da oltre trent’anni, Pechino ha investito in una strategia industriale a lungo termine, sostenuta da finanziamenti statali e da una regolamentazione ambientale meno stringente rispetto a Europa e Stati Uniti. Oggi la Cina produce circa il 70% delle terre rare mondiali e controlla oltre il 90% della raffinazione e della produzione di magneti, componenti essenziali per auto elettriche, smartphone, turbine eoliche, droni e missili.
Come ha ricordato Filippo Santelli su Repubblica, la Cina ha saputo trasformare la sua abbondanza di terre rare in una leva geopolitica, proprio come il Medio Oriente ha fatto con il petrolio. E ora, con la guerra dei dazi tra Washington e Pechino, questa leva rischia di mettere in seria difficoltà gli Stati Uniti e l’Occidente.
La guerra dei dazi e il rischio per gli USA
Negli ultimi giorni, la Cina ha sospeso l’export di diversi elementi critici e magneti di terre rare, in risposta ai nuovi dazi americani voluti da Donald Trump. Le spedizioni sono ferme nei porti cinesi in attesa di nuove normative, e Pechino ha introdotto licenze speciali per l’esportazione di sei metalli chiave. Se il blocco dovesse diventare permanente, le conseguenze sarebbero pesantissime per l’industria americana: auto, aerei, semiconduttori, difesa e persino la transizione energetica rischiano di rallentare (o addirittura fermarsi) per mancanza di materiali essenziali.
Un futuro incerto
La domanda di terre rare è destinata a crescere nei prossimi decenni, trainata dalla transizione digitale ed ecologica. L’Europa e gli Stati Uniti stanno cercando di sviluppare filiere alternative, ma il gap tecnologico e industriale con la Cina resta enorme. E finché estrarre e raffinare terre rare resterà così difficile, Pechino continuerà a detenere un potere strategico fondamentale su una delle risorse chiave del XXI secolo.