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Termini e condizioniCon la guerra ancora in corso, Volodymyr Zelensky ha avviato i preparativi per elezioni nazionali già a luglio 2025, a patto che si raggiunga un cessate il fuoco. La mossa, rivelata da fonti governative, nasconde una complessa strategia politica e riflette le tensioni interne al Paese.
Le tempistiche: tra leggi e opportunità
La legge ucraina richiede almeno 60 giorni di campagna elettorale, rendendo a questo punto l’inizio di luglio la data minima per il voto. Tuttavia, alcune fonti parlano di un periodo di tre mesi necessari per aggiornare le liste elettorali, un compito reso arduo dalla guerra. Zelensky, secondo analisti, vorrebbe sfruttare adesso un calendario ristretto per sorprendere gli avversari, ed evitare così una lunga campagna che potrebbe polarizzare ulteriormente il Paese.
Contesto internazionale: Usa e Russia
Gli Stati Uniti, principale alleato di Kiev, sperano di imporre una tregua entro Pasqua (20 aprile), aprendo la strada al voto. La Russia, invece, ha proposto un governo ad interim sotto l’egida dell’Onu, un’idea respinta da Washington e dall’Ue. Zelensky ha ribadito che il suo mandato è legittimo e che le elezioni si svolgeranno secondo la Costituzione.
Rischi e criticità
L’opposizione, guidata dall’ex presidente Petro Poroshenko, prevede elezioni tra agosto e ottobre, e sostiene che una data anticipata favorirebbe Zelensky. La guerra in corso, però, rende il contesto elettorale fragile: metà del Paese è sotto controllo russo o filorusso, e l’accesso ai seggi nelle zone di conflitto è incerto.
Ambiguità storiche e attuali
Il caso ricorda le elezioni del 25 maggio 2014, indette dopo la fuga di Yanukovich, quando la Russia contestò la legittimità del voto per l’esclusione della Crimea. Oggi, la Costituzione del 2004 – ripristinata senza referendum – e la mancanza di candidati filorussi credibili rischiano di alimentare nuove divisioni di quel tipo.
Quali prospettive future?
Se il cessate il fuoco reggerà, le elezioni potrebbero consolidare Zelensky. Ma il rischio è che il voto diventi un pretesto per ulteriori fratture. L’Ue e gli Usa intanto sostengono la scelta di Kiev, ma la comunità internazionale osserva con cautela, consapevole che la guerra ha già trasformato l’Ucraina in un campo di battaglia geopolitico.
In sintesi, Zelensky punta a luglio per anticipare i rivali e sfruttare un momento di tregua, ma il successo del voto dipenderà dalla capacità di garantire sicurezza e rappresentatività in un Paese ancora lacerato.