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Termini e condizioniL’attesa era altissima, la delusione forse ancora di più. Il rilascio di circa 64.000 documenti relativi all’assassinio di John F. Kennedy ha scatenato una corsa alla scoperta di rivelazioni clamorose, con giornalisti, storici e appassionati di cospirazioni intenti a scovare dettagli inediti. Ma il verdetto è stato chiaro: nessuna prova schiacciante di un complotto, nessun secondo 'sparatore' e, soprattutto, nessun coinvolgimento diretto della CIA come ipotizzato da alcuni.
Decenni di segretezza per proteggere la CIA
Per anni, il fatto che alcuni documenti rimanessero ancora secretati ha alimentato la convinzione che celassero informazioni esplosive. Persino Robert F. Kennedy Jr., nipote del presidente assassinato e oggi segretario alla Salute degli Stati Uniti, aveva chiesto con forza la pubblicazione di tutto il materiale disponibile.
Tuttavia, con la pubblicazione di queste nuove carte da parte degli Archivi Nazionali, il motivo della segretezza sembra emergere con chiarezza: proteggere le fonti e le operazioni, talvolta discutibili, dei servizi di intelligence statunitensi. Lontano dall’essere la prova di una cospirazione, quindi, il contenuto di molti documenti riguarda invece agenti sotto copertura, operazioni clandestine e dettagli sui bilanci della CIA.
Nessuna grande rivelazione, ma danni collaterali
Sebbene il materiale rilasciato non abbia modificato le conoscenze ufficiali sugli omicidi di John F. Kennedy, Robert Kennedy e Martin Luther King Jr., il processo di declassificazione non è stato privo di conseguenze.
Uno degli effetti collaterali più significativi, ad esempio, è stata la pubblicazione accidentale di dati personali di ex funzionari governativi, tra cui numeri di previdenza sociale di impiegati del Congresso degli anni '70. Alcuni di loro sono ancora in vita, e si sono detti sorpresi e preoccupati per la diffusione di informazioni dal contenuto così sensibile.
Un tesoro per gli storici
In ogni caso, anhce se per il grande pubblico il rilascio dei Kennedy Files si è rivelato una delusione, gli studiosi hanno invece notato alcuni dettagli di rilievo. Tra le carte c’è il riepilogo di un rapporto segreto della CIA del 1975, che menziona episodi in cui l’agenzia potrebbe aver oltrepassato i limiti del suo mandato. Sono emerse anche informazioni su operazioni di sorveglianza illecite, effrazioni all’estero e attività classificate come “estremamente sensibili”.
In tal senso, David J. Garrow, storico esperto di documenti d’intelligence, ha definito il dossier un vero e proprio catalogo di operazioni discutibili condotte dalla CIA. Tuttavia nessuna di queste informazioni cambia la narrazione ufficiale sull’assassinio del Presidente Kennedy.
La promessa (non mantenuta) di Trump
L’ex presidente Donald Trump aveva annunciato la pubblicazione di 80.000 pagine di documenti, senza alcuna censura. Tuttavia, nella serata di martedì, ne sono stati rilasciati circa 64.000, e alcuni con parti ancora oscurate. Una discrepanza che ha immediatamente sollevato nuovi interrogativi: mancano forse dei documenti all'appello? Verranno pubblicati nel prossimo futuro? Al momento, purtroppo, non esistono certezze su questo punto.
Un enigma destinato a durare
Da decenni, il dibattito sulla morte di Kennedy è alimentato da teorie cospirazioniste, molte delle quali diffuse proprio in seguito alle indagini nate per smentirle. La Commissione Warren, istituita nel 1963 per indagare sull’assassinio, tentò di confutare le teorie alternative, ma senza successo. E nel 1992, una legge impose la pubblicazione entro 25 anni di tutti i documenti segreti, ma con alcune eccezioni. Anche asesso, con il 99% dei documenti resi pubblici e altri 64.000 aggiunti all’archivio, resta quindi il sospetto che qualcosa sia ancora 'nascosto' nelle miglaia di pagine non pubblicate.
Per concludere: il rilascio dei Kennedy Files non ha portato alla luce rivelazioni sconvolgenti, ma ha confermato quanto fosse delicata l’attività dell’intelligence statunitense nei decenni della Guerra Fredda. E anche se il mistero sulla morte di Kennedy sembra ormai risolto per la storia ufficiale, l’ombra del dubbio continuerà ad alimentare il fascino di una delle vicende più controverse del XX secolo.